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giovedì 29 marzo 2018

Review Party "Io sono Mia" di Max Giovagnoli


Cari amici lettori,

oggi il nostro blog ospita il Review Party di IO SONO MIA di Max Giovagnoli, in uscita oggi 29 marzo grazie alla Newton Compton Editori. La storia di due donne alla ricerca di un riscatto, implacabili e fragili, disposte a tutto perché non hanno nulla da perdere. In particolare vi parlerò proprio delle due protagoniste, Mia e Andrea, rispettivamente figlia e madre.



Titolo: Io sono Mia
Autore: Max Giovagnoli
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Narrativa contemporanea
Uscita: 29 marzo
Pagine: 320



Mia ha diciotto anni e una brutta cicatrice che le sfregia il viso. La mattina va a scuola e di sera lavora alle scenografie del Teatro dell’Opera di Roma. Vive a MU, una casa famiglia che somiglia a un sommergibile, ed è abituata a cavarsela da sola. Da sempre. Con le mani riesce a costruire tutto quello che vuole, quasi avesse un superpotere. Con le compagne e i ragazzi invece è una frana. In classe la chiamano “Non” e tutti sanno che non bisogna toccarla… Andrea è stata per anni una delle più spregiudicate produttrici cinematografiche europee. Nessuno ha mai potuto mettersi tra lei e il suo successo, nemmeno sua figlia. Un giorno un brutto incidente ferma la sua corsa: il suo cuore sta per scoppiare, l’intervento è inevitabile. Le strade di Mia e Andrea si incrociano una notte, all’improvviso, a causa di un “impiccio” di quartiere che innesca un’avventurosa caccia all’uomo e le costringe alla fuga: dalla Roma dei Fori imperiali e delle torri di periferia fino alle aurore boreali e ai vulcani addormentati delle Vestmannaeyjar, un piccolo arcipelago al largo dell’Islanda.




Oggi farò una cosa un po' particolare: ho deciso di non parlarvi particolarmente della storia di questo libro, perché, nonostante credo sia molto interessante per i temi che affronta, penso sia allo stesso tempo difficile da potervi spiegare. Durante la lettura, ho percorso un cammino intricato insieme alle protagoniste, percorso che, secondo me, ogni lettore che sceglie di intraprendere questa lettura, deve fare soggettivamente e viverlo in pieno. Quindi, come accennavo nella presentazione, mi sono focalizzata molto sulle due protagoniste principali, che affrontano un viaggio on the road da Roma all'Islanda, attraverso i quattro elementi naturali: fuoco, aria, acqua e terra. Una corsa all'ultimo respiro, di una madre che lotta contro il tempo e di una figlia alla ricerca di quella che lei chiama L'Infame. Una caccia senza esclusioni di colpi, l'una nelle mani dell'altra.

MIA


Mia è una ragazza di diciotto anni, già segnata dalla vita. Lo prova una brutta cicatrice che le sfregia il viso, che dal collo le arriva fino al labbro. Figlia di un famoso regista e di una produttrice cinematografica, è quella che si può definire la ragazza difficile, impossibile da gestire, etichettata come una deliquente, come "un caso a parte", viene anche chiamata dai suoi coetanei "Non".


In eterno conflitto sin dalla nascita con sua madre, Mia ha sempre cercato il modo di essere forte e cavarsela da sola. Forgiato il carattere dall'odio permanente per colei che le ha dato la vita per sbaglio, non teme nessuno, tantomeno la vita stessa, che le ha messo sul suo cammino ostacoli su ostacoli. Per questo odia la sua intera esistenza, fatta di sofferenze e difficoltà. Vive in una casa famiglia con Diana, la sua àncora, il suo rifugio, in un mondo fatto di solitudine e tormento, dove non può affidarsi a nessuno. Oggi Mia è quello che è a causa del suo rapporto con sua madre, L'Infame, come lei la chiama. Ogni loro incontro è una guerra, una battaglia in un campo di sterpaglie e spine, che vanno a lacerare ancora di più le ferite inferte l'una con l'altra. Una guerra fatta di insulti, recriminazioni, di indifferenza reciproca, di parole dure che bucano l'anima fino a distruggere entrambe. Mia, però, è anche una ragazza dal cuore immenso, con una grande bontà d'animo e tutti i giorni indossa una maschera, per gridare al mondo che vuole essere amata, che non vuole più essere invisibile. Succederà  che Mia andrà per la prima volta alla ricerca di sua madre; una ricerca che la spingerà fino in Islanda e che la costringerà ad affidarsi ad uno sconosciuto, Einar, che in parte, l'aiuterà in questo suo viaggio. Un viaggio che farà sentire Mia sola realmente, una Mia diversa in cui lei stessa farà fatica a riconoscersi: una ragazza fragile, smarrita, che non sa come andare avanti. Si ritrova in una terra dove la meraviglia della natura la rende nuda e, allo stesso tempo, più vigorosa e determinata quando si ritrova davanti sua madre Andrea.






ANDREA

Andrea ha vissuto parte della sua vita solo per il successo. Considerata come una delle produttrici cinematografiche più cinica e impudente, è entrata in questo mondo perché, forse, la vita reale non le dava ciò di cui aveva bisogno. Una vita vuota, sbagliata, in cui si sentiva intrappolata e imperfetta; o perlomeno, era così che i suoi genitori la facevano sentire. Un'esistenza che le faceva schifo, che rifiutava perché già decisa da altre persone. Ed è proprio per questo che si era buttata sul lavoro. Per una negligenza però, si ritroverà a cadere, e passatemi il termine, dalle "stelle alle stalle" e a riversare tutto il suo fallimento, la sua rabbia su sua figlia Mia. Andrea non è stata e non è una buona madre, anche a causa del mancato affetto da parte dei suoi genitori, e questo poi ha fatto sì che ha cresciuto sua figlia commettendo gli stessi errori che lei stessa ha subito ovvero: niente amore, incertezze, allontanamenti e indifferenza. Andrea conosceva solo questa modalità e in questo modo ha tirato su Mia che ora la considera una fallita, una ragazzina sciocca, manipolata da Diana.



Lo scopo di Andrea era quello di far diventare sua figlia il suo riflesso perfetto: egoista, violenta, la persona più sbagliata sulla faccia della terra... voleva annientarla. Ora, però, per Andrea, la sabbia nella clessidra del tempo sta per terminare e il tempo scorre inesorabile sulla sua vita che, di punto in bianco, diventa precaria. I battiti del suo cuore non sono più gli stessi, un cuore impazzito che rischia di abbandonarla. Quel cuore che deve darle l'ultima possibilità per trovare rimedio e sorreggerla nel suo ultimo viaggio in Islanda.

"E se il problema non fosse quello di rinunciare a morire, ma semplicemente di trovare il modo giusto per non perdersi?"

Come se il destino si fosse presa gioco di lei, Andrea si ritrova con il viso deturpato, fragile e diversa da quella che era stata in passato. Sente che per lei non c'è più tempo, ha ancora tutto da avere ma anche tutto da perdere. In tutta la sua vita era sempre andata avanti senza mai piangersi addosso, senza vergogna, frequentando ambienti diversi e affidandosi all'alcol per sopravvivere con dignità. Ma, adesso, in terra straniera, si sente vulnerabile e forse qualcosa dentro di lei sta cambiando.


Una storia forte, che lascia molto spazio a sentimenti contrastanti. Un racconto duro, senza tanti giri di parole, sul rapporto logoro tra una madre e una figlia, chiuse nel loro orgoglio. Determinate entrambe ad avere il proprio riscatto, riusciranno con il loro coraggio a vedere anche la loro fragilità, in un viaggio sia fisico e, soprattutto, interiore. Una scelta azzeccata, che l'autore ha fatto per far sì che Mia ed Andrea entrassero vive nel cuore del lettore e ci rimanessero. Una storia che parla di abbandono, di conflitti familiari, di ragazzi soli costretti a vivere in case famiglia. Come dicevo sopra, è un libro molto difficile da spiegare perché i temi trattati sono davvero importanti, e qualche volta si perde anche il filo del discorso risultando meno coinvolgente, ma devo dire che nel suo insieme è una storia che davvero punta dritta al cuore, che lo gonfia di tante emozioni, fino a farlo esplodere.








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